L’articolo 1, del D.Lgs 6-2024, reca “Disposizioni sanzionatorie in materia di distruzione, dispersione, deterioramento, deturpamento, imbrattamento e uso illecito di beni culturali o paesaggistici”.
La norma in parola prevede -con cumulo con pur gravose sanzioni penali- la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 20.000 a euro 60.000 per chiunque distrugge, disperde, deteriora o rende in tutto o in parte inservibili o, ove previsto, non fruibili beni culturali o paesaggistici propri o altrui; inoltre punisce-ferme le sanzioni penali applicabili- chiunque, fuori dei casi predetti, deturpa o imbratta beni culturali o paesaggistici propri o altrui, ovvero destina i beni culturali ad un uso pregiudizievole per la loro conservazione o integrità ovvero ad un uso incompatibile con il loro carattere storico o artistico, è punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 10.000 a euro 40.000.
In disparte la critica a questa norma che lede scientemente il divieto di bis in idem, modifica il termine storicizzato per il PMR, prevede sanzioni amministrative sproporzionate e non commisurabile alle tante condotte lesive, che possono essere anche di minima offensività (incidere un cuoricino nella corteccia di un albero è cosa da ragazzi innamorati, ma se non si avvedono che l’albero è monumentale, sono guai serissimi), mi è venuto in mente, guardando questa immagine, un fatto:
L’immagine è tratta dalla “sala delle prospettive”, di Villa Farnesina. Orbene, se il lettore guarderà attentamente la foto, si accorgerà che ci sono degli scarabocchi fatti con la carbonella; scritte più o meno incomprensibili. Chi ha fatto quelle scritte? Come lo puniamo?
Ebbene, a fare questo scempio, sono stati i Tedeschi!
Meglio precisare: sono stati i Lanzichenecchi, durante il “sacco di Roma” del 1527. Hanno lungamente bivaccato nella villa e, senza rispetto per la bellezza degli affreschi, hanno scritto “cosacce” su queste splendide pitture.
All’epoca il fatto è rimasto impunito. Oggi, oggetto di tutela è lo scarabocchio, al pari del fondo dell’affresco, perché anche questo avvenimento tristissimo della prima parte del ‘500 italiano è parte del nostro patrimonio culturale.
Tutto perfetto… però… se oggi un cittadino modello, innamorato della bellezza della sala ma poco acculturato su questi scarabocchi si mettesse con una spugnetta a cancellarli, verrebbe considerato un eroico cittadino o sarebbe sanzionato come indicato in premessa?
La risposta è evidente.
Con questo gioco, invitiamo il lettore a riflettere sul tempo che passa, sulla inadeguatezza di alcune scelte normative, sul fatto che anche uno scarabocchio è patrimonio tutelato.