STRAORDINARI NEL PUBBLICO IMPIEGO – SENTENZA 17192/24 CORTE DI CASSAZIONE

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La sentenza numero 17192/2024 della Corte di Cassazione, seppur riferita al settore sanitario, fissa un importante principio per i lavoratori del pubblico impiego: l’autorizzazione agli straordinari è in ogni caso implicita ed il lavoro effettivamente svolto deve essere sempre retribuito. Infatti tra le ragioni che hanno portato alla decisione gli ermellini si legge:

“«in tema di pubblico impiego privatizzato, li disposto dell’art. 2126 c.c. non si pone in contrasto con le previsioni della contrattazione collettiva che prevedano autorizzazioni o con le regole normative sui vincoli di spesa, ma è integrativo di esse nel senso che, quando una prestazione, come quella di lavoro straordinario, sia stata svolta in modo coerente con la volontà del datore di lavoro o comunque di chi abbia il potere di conformare la stessa, essa va remunerata a prescindere dalla validita della richiesta o dal rispetto delle regole sulla spesa pubblica, prevalendo la necessità di attribuire il corrispettivo al dipendente, in linea con il disposto dell’art. 36 Cost.»

La sentenza della Corte di Cassazione si fonda su principi giuridici chiari e ben consolidati. In primo luogo, la Suprema Corte ha fatto riferimento all’art. 2126 del Codice civile, il quale stabilisce che il lavoro prestato con il consenso del datore di lavoro deve essere retribuito. Questo principio si applica anche quando il consenso non è formalmente espresso, ma è implicito nel comportamento del datore di lavoro. La Corte ha infatti sottolineato che, nel caso in questione, l’ASP di Reggio Calabria aveva implicitamente accettato le prestazioni aggiuntive dell’infermiere, incaricandolo di svolgere il servizio di dialisi estiva.

Inoltre, la Cassazione ha chiarito che il diritto alla retribuzione per il lavoro straordinario non può essere negato a causa di eventuali irregolarità amministrative o violazioni dei limiti di spesa pubblica. La contrattazione collettiva, che stabilisce le condizioni e le modalità di retribuzione per il lavoro straordinario, deve essere rispettata. Questo significa che l’infermiere ha diritto alla remunerazione per le ore aggiuntive lavorate, in conformità con le tariffe e le condizioni previste dal contratto collettivo nazionale del comparto sanitario.

La Corte ha infine anche evidenziato che le conseguenze della mancata conformità alle regole di spesa non devono ricadere sui lavoratori, ma sui funzionari responsabili delle irregolarità amministrative. In altre parole, se ci sono stati errori o omissioni nell’ottenimento delle necessarie autorizzazioni o nel rispetto dei vincoli di bilancio, questi devono essere imputati ai dirigenti o ai funzionari competenti, e non ai lavoratori che hanno svolto il loro dovere su richiesta dell’azienda.

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