il Consiglio Superiore di Sanità lancia l’allarme sulla commercializzazione della cannabis.

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“La biodisponibilità di Thc anche a basse concentrazioni (0,2%-0,6%) non è trascurabile, sulla base dei dati di letteratura; per le caratteristiche farmacocinetiche e chimico-fisiche, Thc e altri principi attivi inalati o assunti con le infiorescenze di cannabis sativa possono penetrare e accumularsi in alcuni tessuti, tra cui cervello e grasso, ben oltre le concentrazioni plasmatiche misurabili; tale consumo avviene al di fuori di ogni possibilità di monitoraggio e controllo della quantità effettivamente assunta e quindi degli effetti psicotropi che questa possa produrre, sia a breve che a lungo termine”…..

Con queste parole il Consiglio Superiore della Sanità ferma (con un certo ritardo) la proliferazione dei negozi di cannabis light … Intanto però il business è fiorente … Nel solo 2017 in Italia il piccolo, ma “promettente” mercato degli shop ha fruttato la bellezza di 40 milioni di euro.

Per chi sia interessato, si acclude il parere del CSS dell’aprile 2018 (reso noto solo nei giorni scorsi).

parere CSS sulla commercializzazione della cannabis

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