Dalla “panchina” del governo, il mister rimanda l’entrata in campo delle centrali uniche di committenza. ancora una proroga per i comuni. tutto rinviato al 1° novembre…crisantemi puo’ attendere…

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Pubblicata sulla G.U. n. 162 del 15 luglio 2015, la legge 13 luglio 2015, n. 107 (Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti), che all’articolo 1, comma 169, rinvia al 1° novembre l’entrata in vigore delle Centrali di committenza (All’art. 23-ter, comma 1, del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90, convertito dalla legge 11 agosto 2014, n. 114, le parole: «1º settembre 2015» sono sostituite dalle seguenti: «1º novembre 2015»

Il comma 169, infatti, dispone la proroga di due mesi dell’obbligo di aggregazione degli appalti e fissa come nuovo ( e si spera ultimo ) termine l’1 novembre 2015.
In pratica la disposizione di cui al comma 3-bis dell’articolo 33 del codice dei contratti (d.lgs. 12 aprile 2006, n. 163) con cui i comuni con popolazione non superiore a 10.000 abitanti, devono ( e non “possono”) affidare ad un’unica centrale di committenza l’acquisizione di lavori, servizi e forniture nell’ambito delle unioni dei comuni ovvero costituendo un apposite accordo consortile tra i comuni medesimi e avvalendosi dei competenti uffici la cui entrata in vigore originariamente prevista (articolo 23-ter del decreto-legge n. 90/2014 convertito dalla legge n. 114/2014) per l’1 luglio 2015 viene postergata all’1 novembre 2015.
La nuova proroga è successiva alla precedente contenuta nell’articolo 8, comma 3-quarter del decreto-legge n. 192/2014 convertito dalla legge n. 11/2015 (famoso decreto milleproroghe) con cui l’originaria scadenza dell’1 luglio 2015 era stata traslata all’1 settembre 2015.
Con la proroga viene, di fatto, spostata all’1 novembre 2015 l’entrata in vigore dell’articolo 33 comma 3 bis del Codice appalti.

Personalmente credo che le modifiche prospettate dall’Anci, come quelle di sbloccare le procedure autonome di acquisto fino a € 40.000,00 per i comuni sotto ai 10.000 abitanti, siano doverose e puntuali. Proprio i piccoli comuni, già dilaniati dai ridotti trasferimenti e dagli organici stile “Longobarda”, sono i primi a razionalizzare ogni minima spesa. Aspettiamoci ulteriori modifiche.

Mr Canà, pensaci tu.

Luca Leccisotti

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