Pensionamenti nella Pubblica Amministrazione: le novità della Legge di Bilancio 2025 e del Decreto PA

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La Legge di bilancio 2025 (L. n. 207/2024) ha introdotto significative modifiche in materia pensionistica per i dipendenti pubblici. Le relative istruzioni applicative sono state fornite dall’INPS con la circolare 05 marzo  2025, mentre il Decreto-legge n. 25 del 14 marzo 2025 (cosiddetto Decreto PA 2025) ha disciplinato, in via transitoria, la risoluzione unilaterale dei rapporti di lavoro per gli anni 2025 e 2026.

Le principali novità riguardano:

  • l’innalzamento del limite di età ordinamentale;
  • l’abolizione del collocamento a riposo d’ufficio;
  • l’introduzione di una disciplina transitoria per la risoluzione unilaterale da parte delle amministrazioni.

Innalzamento del limite ordinamentale di età

L’art. 1, comma 162 della Legge n. 207/2024 modifica l’art. 24, comma 4, del D.L. n. 201/2011, prevedendo che, a decorrere dal 1° gennaio 2025, i limiti ordinamentali previsti dai settori di appartenenza dei lavoratori pubblici debbano corrispondere almeno al requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia: 67 anni.

Questo intervento non elimina il limite ordinamentale, ma ne uniforma il livello minimo, lasciando inalterate eventuali soglie più elevate già previste per particolari categorie, nonché la facoltà di trattenimento in servizio fino a 70 anni (comma 165).

Abolizione del collocamento a riposo d’ufficio

La stessa legge (art. 1, comma 164) abroga:

  • il comma 5 dell’art. 2 del D.L. n. 101/2013, che imponeva il collocamento a riposo d’ufficio al raggiungimento del limite ordinamentale, anche in caso di accesso alla pensione anticipata;
  • il comma 11 dell’art. 72 del D.L. n. 112/2008, che consentiva la risoluzione d’ufficio al solo raggiungimento dell’anzianità contributiva, indipendentemente dall’età.

Si elimina così la possibilità per le amministrazioni di procedere in modo automatico alla cessazione dal servizio, anche in presenza di maturazione del diritto alla pensione.

Disciplina transitoria 2025-2026: risoluzione facoltativa

L’art. 12, commi 11 e 12, del D.L. n. 25/2025 (in fase di conversione) prevede, in via transitoria, la facoltà per le amministrazioni pubbliche di risolvere unilateralmente, con preavviso minimo di sei mesi, i rapporti di lavoro di dipendenti che:

  • abbiano compiuto 65 anni di età;
  • abbiano maturato il requisito contributivo per la pensione anticipata (42 anni e 10 mesi per gli uomini, 41 anni e 10 mesi per le donne).

Questa possibilità può essere esercitata per un numero massimo pari al 15% dei dipendenti in possesso dei requisiti, motivando la risoluzione in relazione a esigenze organizzative.

L’effetto della risoluzione può realizzarsi anche nel 2027, purché l’atto intervenga entro il 2026 e rispetti la decorrenza utile per la pensione anticipata.

Effetti pensionistici e chiarimenti INPS

La circolare INPS n. 53/2025 richiama le modifiche all’art. 24, comma 4, del D.L. n. 201/2011 e precisa che:

  • Nei casi di dimissioni volontarie a partire dal 2025, con età pari o superiore a 65 anni ma inferiore a 67, le quote retributive di pensione sono calcolate secondo le nuove aliquote ridotte previste dall’Allegato II della Legge di bilancio 2024 (L. 213/2023), se l’anzianità contributiva retributiva è inferiore a 15 anni al 31/12/1995.

Inoltre, viene confermato l’allungamento progressivo della finestra mobile per l’accesso alla pensione anticipata:

  • 3 mesi per requisiti maturati entro il 31/12/2024;
  • 4 mesi entro il 31/12/2025;
  • 5 mesi entro il 31/12/2026;
  • 7 mesi entro il 31/12/2027;
  • 9 mesi per requisiti maturati dal 1° gennaio 2028.
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