Quando l’ANCI fece sentire la sua voce vibrante e ferma….

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Quando l’ANCI fece sentire la sua voce vibrante e ferma, chi lavora da anni in Comune ne trae soddisfazione e -in prospettiva- giovamento.

Non parliamo di giovamento per fini personali, ma per la salvaguardia dell’autonomia locale che, in materia di diritto della circolazione stradale, viene corrosa da Direttive ministeriali (peraltro nemmeno riguardose per il Piano Nazionale per la Sicurezza Stradale), scoccate per ricordare ai sindaci che sono soggetti, anche in centro abitato, all’interpretazione del Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile.

Orbene, ci piace il parere che alleghiamo.

Esso è stato emanato con inerenza allo “schema di decreto del Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, di concerto con il Ministro dell’Interno relativo alle modalità relativo alle modalità di collocazione e uso dei dispositivi o mezzi tecnici di controllo, finalizzati al rilevamento a distanza delle violazioni delle norme di comportamento di cui
all’articolo 142 del decreto legislativo n. 285 del 1992“.

Il parere, tuttavia, va molto oltre il segno portato dall’Oggetto.

Godiamo nella lettura di alcuni passaggi, tra i quali:

“...ribadiamo quanto già evidenziato nel corso dei lavori di confronto tecnico dove sono emerse diverse criticità sulle quali da più parti si è convenuto circa la necessità di avviare un tavolo tecnico permanente di confronto tra Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti e Ministero dell’Interno ed ANCI per il necessario coordinamento e allineamento puntuale delle norme primarie che necessitano di integrazioni o modifiche al vigente Codice della Strada decreto legislativo n. 285 del 1992 che ha subito nel tempo interventi sporadici e non coordinati rendendo difficile l’applicazione e il coordinamento stesso. In assenza delle suddette modifiche ed integrazioni alla norma primaria, di urgente necessità, si evidenziano in questa sede i limiti attuativi con pesanti ricadute da parte degli enti proprietari delle strade e degli operatori impegnati sulla sicurezza stradale, in particolare in ambito urbano“.

Al tavolo della riforma del Codice della Strada, il Comune è sempre un’ancella lontana dal cuscino del Sultano.

A nessuno interessa, in Parlamento, cosa sia il Codice della Strada in ambito urbano. Nessuno si occupa del fatto che “In ambito urbano avviene il 73,4% degli scontri e incidenti stradali (Istat 2022) e molti di questi coinvolgono le categorie di utenti della strada più vulnerabili come i pedoni e ciclisti“.

Quindi, la nota Anci qui allegata, rilancia con forza un tema che deve essere conosciuto dall’opinione pubblica, per la quale gli altri addetti di cui all’articolo 12 CdS sono eroi, mentre la polizia locale … nella migliore delle ipotesi… non gestisce autovelox truffa.

20240320 ANCI bz Nota DM autovelox

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