Quella particolare ipotesi di guida con patente revocata…. E l’obbligo di vivere onestamente.

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Quella particolare ipotesi di guida con patente revocata…. E l’obbligo di vivere onestamente.

La depenalizzazione della guida senza patente (D.Lgs n°8/2016) ha lasciato intatta la previsione della seguente norma: Art. 73 D.Lgs 159/2011 “1. Nel caso di guida di un autoveicolo o motoveicolo, senza patente, o dopo che la patente sia stata negata, sospesa o revocata, la pena è dell’arresto da sei mesi a tre anni, qualora si tratti di persona già sottoposta, con provvedimento definitivo, a una misura di prevenzione personale”.

La sentenza della Suprema Corte di cassazione n°7335 del 15 febbraio 2017, ci rammenta l’esistenza di questo particolarissimo reato, peraltro evidenziando come esso concorra con quello considerato dall’art. 75 del medesimo D.Lgs n°159/2011, consistente nella violazione della prescrizione di vivere onestamente e di rispettare le leggi.

“Quanto ai rapporti fra precetto recato dall’art. 73 del d.lgs. n. 159 del 2011 (guida senza patente, o con patente revocata o sospesa, commessa da persona sottoposta a misura di prevenzione personale) e quello contenuto nel successivo art. 75, comma 2, dello stesso decreto (inosservanza degli obblighi e delle prescrizioni inerenti alla sorveglianza speciale con l’obbligo o il divieto di soggiorno), la giurisprudenza di legittimità è … costante nel ritenere che la condotta di chi, soggetto a provvedimento definitivo della misura di prevenzione della sorveglianza speciale con l’obbligo di soggiorno o il divieto di soggiorno, guidi un veicolo senza patente, o dopo che la patente sia stata revocata o sospesa, integra tanto la contravvenzione prevista dal citato art. 73 che il delitto previsto dal successivo art. 75, comma 2, del decreto del 2011, tutelando le due disposizioni di legge interessi giuridici fra loro affatto diversi (cfr., in questo senso, Cass. Sez. 6, n. 13427 del 17 marzo 2016, Pantaleo, Rv. 267214; Cass. Sez. 1, n. 17728 del 2 aprile 2014, Di Grazia, Rv. 259735; Cass. Sez. 6, n. 48465 del 20 novembre 2013, P.M. in proc. Gr/eco, Rv. 257712)”.

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