VIDEOSORVEGLIANZA, ENTRO IL 30 GIUGNO LE DOMANDE PER I FONDI.

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Scade il 30 giugno 2018 il termine per la presentazione della domanda di finanziamento di un nuovo impianto di videosorveglianza contro la criminalità diffusa e predatoria. Ma per accedere al beneficio sarà necessario presentare preventivamente un progetto dettagliato alla Prefettura sulle finalità dell’impianto e sull’eventuale uso condiviso tra polizia locale, carabinieri e questura. E a parità di punteggio avranno preferenza i comuni sciolti per infiltrazione, che hanno dichiarato il dissesto o che hanno presentato il progetto più creativo.

il D.M. firmato il 31 gennaio 2018 ha definito le modalità di presentazione delle richieste di ammissione ai finanziamenti da parte dei comuni, nonche’ i criteri di ripartizione delle relative risorse previste dal D.L. n. 14/2017 c,d, “Decreto Sicurezza”.   il decreto predisposto dal Ministro dell’Interno Marco Minniti di concerto con il ministro delle finanze Pier Carlo Padoan il 31 gennaio 2018, ha passato il vaglio della Corte dei conti il 28 febbraio 2018 è pubblicato sulla G.U. n. 57 del 9/3/2018.

Il decreto pubblicato in gazzetta fornisce i criteri per la suddivisione delle risorse allegando indicazioni dettagliate anche per la presentazione delle domande che dovranno essere presentate entro il 30 giugno 2018 alla Prefettura.

Presupposto per l’ammissione al finanziamento è la sottoscrizione di un patto per la sicurezza con la Prefettura, al fine di perseguire gli obiettivi della legge che ha previso il finanziamento, la Sicurezza integrata, ovvero l’insieme degli interventi assicurati dallo Stato, dalle Regioni , dagli enti locali e da altri soggetti istituzionali, al fine di concorrere, ciascuno nell’ambito delle proprie competenze e responsabilità, alla promozione e all’attuazione di un sistema unitario e integrato di sicurezza per il benessere delle comunità.

I patti per la sicurezza urbana: sono accordi sottoscritti tra il prefetto ed il sindaco, nel rispetto di linee guida adottate su proposta del Ministro dell’interno con accordo sancito in sede di Conferenza Stato-città e autonomie locali: i patti individuano, in relazione alla specificità dei contesti, interventi per la sicurezza urbana volti a perseguire i seguenti obiettivi:

  1. prevenzione e contrasto dei fenomeni di criminalità diffusa e predatoria, attraverso servizi e interventi di prossimità, in particolare a vantaggio delle zone maggiormente interessate da fenomeni di degrado, (( anche coinvolgendo, mediante appositi accordi, le reti territoriali di volontari per la tutela e la salvaguardia dell’arredo urbano, delle aree verdi e dei parchi cittadini e favorendo l’impiego delle forze di polizia per far fronte ad esigenze straordinarie di controllo del territorio, nonchè attraverso l’installazione di sistemi di videosorveglianza;
  2. promozione e tutela della legalità, anche mediante mirate iniziative di dissuasione di ogni forma di condotta illecita, compresi l’occupazione arbitraria di immobili e lo smercio di beni contraffatti o falsificati, nonché la prevenzione di altri fenomeni che comunque comportino turbativa del libero utilizzo degli spazi pubblici;
  3. promozione del rispetto del decoro urbano, anche valorizzando forme di collaborazione interistituzionale tra le amministrazioni competenti, finalizzate a coadiuvare l’ente locale nell’individuazione di aree urbane su cui insistono ( plessi scolastici e sedi universitarie, ) musei, aree e parchi archeologici, complessi monumentali o altri istituti e luoghi della cultura ( o comunque ) interessati da consistenti flussi turistici, ovvero adibite a verde pubblico, da sottoporre a particolare tutela ai sensi dell’art. 9, comma 3;
  4. promozione dell’inclusione, della protezione e della solidarieta’ sociale mediante azioni e progetti per l’eliminazione di fattori di marginalita’, anche valorizzando la collaborazione con enti o associazioni operanti nel privato sociale, in coerenza con le finalita’ del Piano nazionale per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale.

Il comune dovrà poi dichiarare di possedere la disponibilità delle somme necessarie per assicurare la corretta manutenzione delle tecnologie e che non si tratta di sostituzione di impianti già realizzati o precedentemente finanziati. Le richieste di ammissione ai finanziamenti, per complessivi 37 milioni disponibili nel triennio 2017-2019, dovranno essere presentate alla prefettura territorialmente competente entro il 30 giugno 2018.

Per la presentazione della domanda dovrà essere utilizzato il modello allegato al decreto corredata infine da un progetto tecnico redatto in conformità all’art. 23 del codice appalti, con evidenziata anche la quota di cofinanziamento municipale.

I criteri di valutazione delle domande utili per essere ammessi al beneficio spaziano dall’indice di delittuosità del luogo alla dimensione demografica.

Per l’ammissione al finanziamento saranno oggetto di valutazione, la pericolosità del contesto sociale, Ma anche la qualità del progetto e   se parzialmente finanziati con fondi propri degli stessi enti interessati.

scarica il modello di domanda  il testo del D.M. il patto tipo e la circolare del ministero

allegato D.M. 31 gennaio 2018

D.M. 31 gennaio 2018 testo

PATTOTIPo

circolare 11001

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